In un post precedente abbiamo già parlato della geolocalizzazione trattando l’applicazione per social network più conosciuta Foursquare. Ma quest’applicazione non è l’unica a sfruttare la capacità della geolocalizzazione degli smartphone e dei computer connessi a Internet: altri esempi sono FacebookPlace, dove possiamo condividere con i nostri amici dove siamo e cosa stiamo facendo, e Google Latitude che ti permette di guardare dove sono i tuoi amici sulla mappa, segnalare dove sei e dove sei stato…
Questi sono solo gli esempi più conosciuti di come questa funzionalità viene sfruttata e in questo post voglio presentarvi altre applicazioni che utilizzino la tecnologia della localizzazione satellitare.
Alcuni giorni fa su Daily Wired è stato pubblicato un articolo interessante in cui si parlava dell’evoluzione della vecchia caccia al tesoro (lo abbiamo postato anche sulla nostra pagina Facebook). Grazie alla tecnologia gps e alla geolocalizzazione, il caro vecchio gioco, con cui seguivi le indicazioni che trovavi nei bigliettini posizionati nei luoghi più strani per raggiungere il tesoro, ora si è trasformato in una caccia alla posizione gps. Muniti di gps, o anche di un qualsiasi smartphone, si seguono le coordinate satellitari e i messaggi su internet per iniziare la caccia al tesoro. Ideatore della nuova versione il geocaching è stato Dave Ulmer, consulente informatico dell’Oregon, nel maggio 2000.
Durante il ponte del 1° maggio mentre ero a Roma ho spesso utilizzato un’applicazione che sfrutta la geolocazizzazione: Foodspotting.
A che cosa serve e che tipo di applicazione sia è presto spiegato. Questa app per iPhone, Blackberry e Windows phone serve per condividere foto e commenti dei piatti più buoni, sia mangiati nei ristoranti che preparati da voi, indicandone anche la posizione.
Il suo utilizzo è semplicissimo: avviando l’app in modalità esplora (explore) e selezionando vicino (nearby) il localizzatore dello smartphone rileva la tua posizione e la invia all’applicazione; a questo punto Foodspotting esegue una scansione dei piatti e locali che sono stati commentati, fotografati e geolocalizzati e che si trovano vicino a te.
Dopo pochi secondi appaiono una serie di foto con il nome del piatto, il posto dov’è stata scattata la foto, il commento, la distanza da dove ti trovi e le persone a cui piace il piatto.
Navigando fra le immagini ci s’ingolosisce molto e non resta da fare altro se non…“procacciarsi” del buon cibo.
L’applicazione ci da anche la possibilità di seguire un particolare posto, utente o pietanza, oltre a permetterci di seguire le guide con una lista di posti selezionati da altri utenti.
La geolocalizzazione viene sfruttata anche per fare pubblicità e due esempi sono queste applicazioni: Mooncake (applicazione-gioco dedicata al nuovo prodotto Mulino Bianco) e Café Zero.
Mentre la seconda app utilizza la geolocalizzazione solo per indicarti i luoghi più vicini dove puoi trovare il prodotto, Mooncake è stata realizzata come un giochino che richiama la caccia al tesoro: recandoti nei punti indicati sulla mappa, guadagni un certo punteggio fotografando i negozi dove vendono il prodotto. In questo modo accumuli punti, avanzi nella classifica generale e partecipi al concorso, che mette in palio un viaggio con destinazione a tua scelta.
Un’ultima app di cui vale la pena parlare nasce dopo la decisione di Instagram di mettere a disposizione le API (la banca dati e la struttura del programma) per l’integrazione del suo archivio in altri software. La NextRoot Mobile SRL, unendo la geolocalizzazione con l’archivio di Instagram, ha dato vita a Instamap dove, partendo da una posizione precisa e dalle foto a essa associate, si possono osservare le immagini distribuite sulla mappa. Dalle foto è inoltre possibile scoprirne gli autori, leggerne i commenti e tanto altro.