Nel mio post in cui parlavo di come si deve progettare un sito web, ho trattato l’argomento Web Usability in velocità. Essendo un argomento molto importante forse richiede di essere spiegato con più calma.
L’usabilità è definita dall’ISO (International Organisation for Standardisation), come l’efficacia, l’efficienza e la soddisfazione con le quali determinati utenti raggiungono determinati obiettivi in determinati contesti. In pratica definisce il grado di facilità e soddisfazione con cui l’interazione uomo-strumento si compie. (Tratto da wikipedia)
Uno dei Guru dell’usabilità, Jakob Nielsen ha individuato 5 fattori fondamentali che delimitano il campo d’azione dell’usabilità. Questi 5 punti ci servono per progettare ma anche per capire se un sito è usabile o no:
- facilità e semplicità: un sito sarà facile e semplice se viene progettato in modo tale che un utente, quando si collega al sito per la prima volta, riesce ad apprendere le sue funzioni e riesce a navigarlo in ogni sua parte senza pensarci troppo, senza perdersi e riuscendo sempre ad andare dove vuole
- efficienza ed efficacia: un sito è efficace ed efficiente se man mano che viene “navigato” l’utente diventa sempre più abile nel trovare quello che cerca velocemente
- memoria: se un utente dopo una settimana ritorna sul sito e riesce a ricordarsi tutte le sue funzioni, trovando con naturalezza i giusti percorsi per raggiungere le formazioni che cerca, allora il sito è facilmente memorizzabile
- errori gravi e frequenti: se navigando in un sito l’utente non raggiunge facilmente le pagine di suo interesse trovando all’interno le informazioni relative, significa che sono stati fatti gravi errori a livello progettuale
- soddisfazione: la sensazione finale dell’utente è di piacevole appagamento perché ha trovato tutte le informazioni e sicuramente visiterà nuovamente questo sito.
Per comprendere cosa sia l’usabilità è più facile partire fornendo un piccolo esempio.
Immaginiamo di volere bere una tazza di cioccolata calda che qualcuno ha preparato per noi nella nostra cucina: l’utente in questo caso siamo noi stessi, il prodotto con cui interagire sarà la tazza, il bisogno sarà quello di bere il cioccolato e il contesto è la nostra cucina.
Bere la cioccolata non sarà un grosso problema se il prodotto che utilizzeremo sarà usabile. Se, per esempio, sul tavolo della cucina vediamo una bella tazza di porcellana con il manico, non ci sarà difficile prendere il pentolino con la cioccolata, versarla all’interno e berla.
D’altra parte se sul tavolo trovassimo un oggetto diverso, come un piatto o un vaso di fiori, dovremmo riflettere attentamente se quel prodotto sia utilizzabile per il nostro scopo oppure no.
Se il prodotto non è in grado di comunicare la propria struttura all’utente, questi dovrà fare uno sforzo per riconoscerlo: nel nostro esempio l’idea di bere della cioccolata in un piatto o in un vaso probabilmente ci farebbe desistere anche dal bere e abbandonare il prodotto.
Il prodotto inoltre dovrà essere in grado di soddisfare i bisogni principali (il contenere la cioccolata) e secondari (un manico, costruito in un materiale che non faccia ustionare ecc) dell’utente; dovrà essere anche coerente con il contesto dove verrà utilizzato e, infine, il prodotto dovrà essere adatto per ciascuna tipologia di utente.
Detto tutto questo l’usabilità è realmente importante?
Ritorniamo alla nostra cioccolata e alla nostra cucina: troviamo una bella tazza ma ci accorgiamo che la tazza è incollata al tavolo. Di fatto il prodotto è quello giusto ma non è utilizzabile, sempre che non vogliamo alzare il tavolo per bere. Alla domanda quindi risponderei sicuramente che l’usabilità è importante.
Se volete approfondire l’argomento:
Jakob Nielsen http://www.useit.com/jakob/
Web Usability 2.0 http://www.lafeltrinelli.it/products/9788850325399/Web_Usability_20/Jakob_Nielsen.html